Mentre
prosegue la nostra azione culturale per favorire una reale lettura
della parità, che favorisca la libertà di scelta
educativa della famiglia in un pluralismo educativo, siamo altrettanto
impegnati a dare continuità alle scuole paritarie. Le
difficoltà sono molte; la crisi rende sempre più
difficile alle famiglie scegliere per una scuola paritaria che
peserebbe in una economia domestica già complessa e dall’altro
canto alcune scuole, per favorirla per quanto possibile, tendono
ad applicare rette irrisorie che non coprono i costi. La crisi
ci domanda di non protrarre oltre l’ingiustizia sociale,
assicurando cosi lo stipendio intero ai nostri collaboratori laici.
Inoltre
un’ingiustizia sociale che parte dal non riconoscimento
alla famiglia italiana di esercitare la libertà di scelta
educativa, negli anni si sta trasformando nell’altrettanto
grave ingiustizia sociale che impedisce alle scuole paritarie
di esserci, compromettendo cosi per sempre il pluralismo educativo.
Non è una valutazione di ciò che è meglio
o peggio, scuola paritaria o statale, quanto il diritto della
famiglia di poter scegliere. E
questo carissimi amici, se domanda tutto il nostro impegno culturale
e di confronto con quelle istituzioni politiche che possiamo in
tutta onestà dire che sono indirizzate verso il bene della
res-publica, domanda a noi uno sforzo ulteriore e cioè
di tentare in tutti i modi la continuità delle scuole paritarie
non per se stesse o per noi stessi ma affinché, quanto
la libertà sarà riconosciuta, la famiglia abbia
qualcosa da scegliere.
Ecco
perché sono a proporvi di partecipare al ciclo di 5 incontri
organizzati con l’Altis Università Cattolica di Milano
e il Prof. Marelli (Ufficio Scuola Arcidiocesi di Milano). Allego
il programma. Attraverso questi 5 incontri potremmo ripercorrere
in modo lineare il nostro sistema scolastico italiano in modo
comparativo con quello Europeo per ritrovarvi le ragioni del suo
esistere e del nostro continuare ad esserci come buoni cittadini
al servizio della res-publica. Come? Possiamo individuare strumenti
di breve periodo che diano continuità alle nostre opere.
Comprendo
che quando il tempo è poco e il contingente pressa non
si ha tempo e spazio per altro, ma credo anche che solo se noi
avremo il coraggio di concederci lo spazio e il tempo per chiarire
passaggi cosi confusi e che confondono, matureremo quelle idee
buone che saranno il seme che fiorisce nel deserto. Crediamolo
perché se chiudere una scuola è già di per
sé triste e una povertà per il paese oggi lo è
di più, molto di più, poiché ci si priva
di uno strumento che al servizio della società, accanto
alla famiglia fa cultura.
Vi prego cosi di diffondere l’iniziativa presso le scuole
e sono a vostra disposizione per qualsivoglia ulteriore delucidazione.
Suor
Anna Monia Alfieri
